Novità sull’assegno unico 2021
Il senato è pronto a discutere il prossimo martedì 30 marzo sulla questione inerente all’assegno unico per i figli. Questo progetto normativo posto in essere dal Parlamento, ha lo scopo di riordinare, semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso un sussidio che sia unico e universale.
La normativa valida fino ad oggi
Nel 2020 la legge che ha disciplinato la questione sull’assegno unico ha previsto specifiche modalità sia di erogazione che di insieme di requisiti per l’assegno unico. Oggi quindi il Senato non può non tener conto di tutto ciò che è stato valido sino ad ora. Ad esempio l’assegno andrà versato per ogni figlio a carico.
La cifra erogata sarà commisurata al reddito della famiglia, all’età dei figli e ai possibili effetti di disincentivo all’offerta di lavoro del secondo percettore di reddito nel nucleo familiare. L’assegno verrà suddiviso su un coefficiente del 50% tra i genitori o tra chi esercita la potestà sui minori. L’assegno viene versato sia come somma di denaro mensile sia sotto forma di credito di imposta.
Nulla vieta all’assegno unico di andare a cumularsi con altri sussidi erogati dallo stato, ad esempio al reddito di cittadinanza. Inoltre non fa cumulo nel caso in cui si debba fare il calcolo delle prestazioni sociali agevolate, dei trattamenti assistenziali e di altri benefici e prestazioni sociali previsti da altre norme in favore dei figli con disabilità, comprese le borse lavoro volte all’inclusione o all’avvicinamento in attività lavorative di persone con disabilità non sono considerate ai fini dell’accesso e per il calcolo dell’assegno.
Le novità 2021 sull’assegno unico
Se queste sinora elencate sono state le regole valide sino ad ora, di cui comunque attualmente l’esecutivo dovrà tenere conto, non mancheranno di certo ulteriori novità.
Nella bozza di legge che nella giornata di martedì 31 Marzo sarà oggetto di discussione al senato, sono state sicuramente introdotte nuove misure, strettamente legate con le modalità di riconoscimento stesso degli importi mensili. Nello specifico le due novità che ci si aspetta sono:
- un assegno mensile verrà elargito per ciascun figlio minorenne a carico. Il sussidio verrà versato a partire dal settimo mese di gravidanza, mentre per i figli successivi al secondo, l’importo dell’assegno sarà maggiorato
- per ogni figlio che ha compiuto 18 anni a carico, invece, l’assegno mensile sarà comunque riconosciuto fino al compimento dei 21 anni, ma l’importo sarà più basso rispetto ad un figlio non ancora maggiorenne.
Si deve altresì tenere conto che nel caso di figlio maggiorenne, l’assegno si versa solo nel caso in cui il figlio non abbia occupazione o nel caso in cui frequenti un percorso di formazione scolastica/professionale, un corso di laurea oppure svolga un tirocinio o un’attività lavorativa limitata con redditi complessivi inferiori a un certo importo annuale.
Fino a 250 euro al mese per ogni figlio a carico
Stessa regola se non studia ma è comunque in cerca di lavoro, magari iscritto presso i centri per l’impiego. La cifra dell’assegno verrà considerata maggiorata in misura minima del 30 % e non più del 50% per tutti i figli affetti da disabilità.
In ogni caso gli importi sono universali, e costituiti sia da una quota base minima fissa sia da una quota variabile, correlata alla condizione economica della famiglia. Ad oggi la cifra va da un importo minimo di 40 euro mensili (quota fissa) a 200 euro per chi dichiara di avere un reddito ISEE inferiore a 13 mila euro.
L’assegno viene versato in tutte quelle famiglie in cui ci sono i figli a carico da zero ai 18 anni, con un plus del 20% per i figli dopo il primogenito, mentre gli importi dello stesso si dimezzano per i figli ancora a carico dai 18 ai 21 anni.