La Cassazione ha stabilito che se un dipendente presenta un certificato di malattia redatto anche in buona fede dal medico, ma poi si comporta da persona sana il licenziamento è legale
Chi simula una malattia, oppure dichiara il falso sulle sue condizioni di salute, anche se è coperto da un certificato può essere licenziato con giusta causa.
Lo ha stabilito con una sentenza del 2016 la Cassazione che ha posto un paletto chiaro: quello che conta non è la dichiarazione del medico, compiacente o meno, ma solo l’effettiva malattia del lavoratore.
Secondo i membri della Cassazione, la risoluzione del rapporto di lavoro richiesta contro chi si sia procurato un certificato attestante una patologia in realtà inesistente è una sanzione legalmente ineccepibile perché il lavoratore in quel caso ha violato il rapporto di fiducia con l’azienda.
Quindi il certificato medico non è sufficiente per attestare la malattia del lavoratore se ci sono altre prove che invece dimostrano il suo buono stato di salute. Questi non devono essere obbligatoriamente essere fondati su accertamenti sanitari diversi da quelli forniti dal dipendente, ma possono basarsi anche su valutazioni concrete come l’osservazione dei suoi comportamenti nella vita di tutti i giorni, un po’ come nel caso dei falsi invalidi.
L’azienda o il datore di lavoro potranno dimostrare l’illecito comportamento del dipendente in base all’osservazione di azioni e comportamento incompatibili con la malattia dichiarata. E in questo caso si configura la cosiddetta ‘simulazione fraudolenta dello stato di malattia’ che comporta il licenziamento automatico.
Non ha nessuna valenza a discolpa del dipendente il certificato medico, qualora il lavoratore nella sua vita quotidiana osservi una condotta apertamente incompatibile con la malattia accertata dal medico curante.
Il datore di lavoro o l’azienda per la verifica potranno affidare le indagini ad un’agenzia investigativa privata che avrà la facoltà di verificare se lo stato di malattia sia effettivo oppure simulato e quindi se il certificato medico attesti una patologia inesistente.
In definitiva sia per i lavoratori che per i medici, troppe volte compiacenti, si tratta di prestare la massima attenzione ai certificati, perché se all’atto pratico risulteranno condotte diverse, quei fogli diventeranno carta straccia.
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