Quando toglieranno il reddito di cittadinanza

Reddito di cittadinanza, chi continuerà a prenderlo? Le mosse del governo Meloni

Durante la campagna elettorale una delle misure maggiormente criticate dalla coalizione di centrodestra – Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia – è stata senza dubbio il reddito di cittadinanza, da tempo bersaglio soprattutto di Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

Il voto del 25 settembre ha decretato la netta vittoria del centrodestra e principalmente di FdI, con Giorgia Meloni che diventerà quasi certamente la prima presidente del Consiglio donna della storia d’Italia.

Alle parole seguiranno i fatti, con il nascente governo Meloni che prenderà subito in mano la questione del reddito di cittadinanza.

Per eliminarlo? Non esattamente.

Come già spiegato da alcuni esponenti del partito di destra sovranista, l’idea del centrodestra è di dividere il reddito di cittadinanza in due misure. Lo spacchettamento prevederebbe quindi il riconoscimento della misura di sostegno economico come l’abbiamo conosciuta finora solo per coloro che sono impossibilitati a lavorare.

Cosa accadrà, invece, per tutti gli altri che non hanno alcun impedimento al lavoro?

Per questa platea non sarà previsto alcun sostegno economico, ma solo la possibilità di prendere parte a corsi di formazione ed essere assunti grazie ad incentivi statali.

Ma perché Fratelli d’Italia ha preso di mira proprio il reddito di cittadinanza?

Il partito di Giorgia Meloni considera l’attuale struttura di questa misura un beneficio che invoglierebbe a non cercarsi un lavoro. Ma non è tutto, perché FdI ragiona anche in termini economici: il RDC costa infatti oltre 10 miliardi di euro all’anno ed è necessario tagliare le risorse destinandone una parte alla realizzazione di un nuovo incentivo per l’assunzione.

Ma quali sono, quindi, le categorie che potranno continuare a godere del reddito di cittadinanza?

Come spiegato da Walter Rizzetto, deputato di Fratelli d’Italia ed ex Movimento 5 Stelle, le famiglie dove sono presenti uno o più inabili al lavoro possono continuare a godere del sussidio così come è stato percepito finora.

Ad oggi sono esonerati dal rispetto degli obblighi previsti dal reddito di cittadinanza coloro che hanno compiuto i 65 anni di età; che hanno un’invalidità con percentuale superiore al 45%; che assistono una persona con grave disabilità inserita nello stesso nucleo familiare; che si prendono cura di un minore di 3 anni inserito nello stesso nucleo familiare; che sono in stato di gravidanza o che hanno problemi di salute tali da rendere impossibile lo svolgimento dell’attività lavorativa.

Al momento non è chiaro se con il governo Meloni ci sarà una conferma per queste categorie: finora il riferimento generico di FdI è stato solo agli inabili al lavoro, che non possono ovviamente vivere con soli 500/600 euro al mese.

Tuttavia, l’idea di Fratelli d’Italia trova un ostacolo non di poco conto.

Il reddito di cittadinanza, infatti, non spetta individualmente: per essere più chiari, all’interno dello stesso nucleo familiare percettore della misura di sostegno economico può trovarsi un inabile al lavoro e un componente occupabile.

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