Come farsi licenziare dal datore di lavoro?
Siete stufi del vostro rapporto di lavoro? Non sopportate più il vostro ruolo lavorativo ma non avete intenzione di dimettervi per non perdere l’assegno di disoccupazione?
Per perdere il posto di lavoro, come noto, è possibile presentare semplicemente le proprie dimissioni. Tuttavia, le dimissioni comportano la perdita dei sussidi sociali che sono collegati alla perdita (involontaria) del lavoro.
Ovvero: è possibile licenziarsi, ma in questo caso non si ha diritto all’accesso di assegni e sussidi per la perdita del lavoro (Naspi). La Naspi, infatti, è dovuta solamente se il lavoro viene perso involontariamente (licenziamento).
Insomma: se non si vuole più avere un certo posto di lavoro, ma allo stesso tempo si vuole evitare di perdere i sussidi sociali, bisogna farsi licenziare.
Come farsi licenziare, insomma?
Tenendo conto del fatto che, in genere, il datore di lavoro non è molto disposto a fornire un falso licenziamento perché si tratterebbe di una (anche se non facilmente dimostrabile) truffa ai danni dello Stato e a pagare il ticket per il licenziamento.
Come costringere il datore di lavoro a licenziarsi?
Come farsi licenziare?
In teoria per farsi licenziare basterebbe mettere in atto un comportamento che, minando in modo irreparabile il rapporto di fiducia presente fra datore di lavoro e dipendente, comporti il termine del rapporto lavorativo.
Ovviamente dovrebbe trattarsi di un atto grave, che violi il codice disciplinare dell’azienda, comportando il termine del rapporto di fiducia presente. Detto ciò, non si tratta certo di un invito a delinquere!
Nella prassi, ci si può far licenziare per diversi motivi: vediamo quali.
- Licenziamento per giusta causa. Si tratta dell’ipotesi di cui parlavamo: si tratta di licenziamento in caso di grave violazione del rapporto di fiducia, o violazione di norme e via dicendo. Questo comporta il licenziamento in tronco, senza necessità di preavvisare il lavoratore.
- Licenziamento per giustificato motivo soggettivo. Anche in questo caso, viene meno il rapporto di fiducia che permette il proseguimento del rapporto di lavoro. Tuttavia in questo caso la violazione non è così grave da giustificare un termine immediato del rapporto di lavoro. In questo caso quindi si applica, come previsto dal CCNL, il preavviso. Il comportamento doloso, anche non troppo grave, del lavoratore, comporta quindi la possibilità di farsi licenziare e ottenere la Naspi. Pensiamo al caso del lavoratore che non si presenta al lavoro e non giustifica la sua assenza rispetto alla contestazione del datore di lavoro. Si è in questo caso soggetti a rischio concreto di licenziamento.
- Licenziamento giustificato motivo oggettivo (per ragioni organizzative/economiche/aziendali). Ovviamente farsi licenziare per questo motivo è un po’ complesso. Questa causa di licenziamento infatti non dipende dal lavoratore.
Dimissioni e Naspi
In un solo caso è possibile ottenere la Naspi anche senza farsi licenziare, quindi con le dimissioni: si tratta del caso di dimissioni per giusta causa.
Ovvero, se il dipendente si dimette a causa di comportamenti del datore di lavoro che rendono impossibile la prosecuzione del lavoro (i.e. mobbing, discriminazione, minacce, mancata adozione delle misure di sicurezza). Quindi, se ci si dimette per giusta causa, si ha la possibilità di ottenere comunque la Naspi.
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