Naspi, come funziona e quando decade il diritto all’assegno
La Naspi continua ad essere un sostegno al reddito per i lavoratori disoccupati a patto di rispettare tutti i paletti previsti dalla legge. Esistono sia la sospensione che la revoca, ecco in quali casi
Nel 2018 i fondi per la Naspi, l’indennità mensile di disoccupazione (istituita nel marzo del 2015) che viene assegnata a tutti i lavoratori che temporaneamente si ritrovano senza un’occupazione stabile non per loro volontà ma a causa del mancato rinnovo del contratto oppure di un licenziamento da parte del loro datore, sono ancora operativi.
Ma per accedere a questo sostegno al reddito gestito dall’Inps serve che il soggetto beneficiario rispetti alcuni paletti precisi.
In particolare poter dimostrare di aver ricevuto almeno tredici settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione oltre che almeno 30 giorni di lavoro effettivo nei dodici mesi precedenti l’inizio della disoccupazione, essere attualmente in stato di disoccupazione, cioè aver perso il lavoro per cause che non dipendono dalla sua volontà.
Ma anche aver comunicato al Centro per l’impiego dal quale dipende la sua disponibilità immediata ad affrontare una nuova attività lavorativa rendendosi partecipe della ricerca effettiva di un lavoro.
Ma non basta solo questo, perché comunque esistono casi precisi nei quali l’assegno della Naspi può essere sospeso o addirittura cancellato.
Sospensione della Naspi
In particolare la sospensione dell’assegno è prevista nel caso in cui il beneficiario trovi un nuovo lavoro e firmi un contratto a tempo determinato (di durata non superiore a 6 mesi).
La sospensione è da considerarsi temporanea, cioè per il periodo nel quale verrà pagato per il suo lavoro, mentre alla naturale scadenza del contratto l’erogazione del sostegno al reddito verrà ripresa.
Inoltre il fondo viene sospeso per quei disoccupati che entro un mese dall’avvio della nuova attività lavorativa a tempo determinato, sempre non non superiore a sei mesi, non abbiano provveduto ad inviare non hanno ancora inviato all’Inps una dichiarazione nella quale specificare il reddito annuo presunto.
Decadenza della Naspi
Si parla invece di decadimento e quindi soppressione definitiva dell’assegno per la Naspi quando ad esempio il lavoratore disoccupato abbia cominciato una nuova attività lavorativa senza comunicare per nulla all’Inps quello che potrà essere il reddito presunto.
Oppure ancora quando si infranga l’impegno sottoscritto personalmente con il Centro per l’impiego dal quale si dipende.
Inoltre il lavoratore disoccupato se trova un nuovo posto di lavoro perderà il diritto alla Naspi se questo produce un guadagno superiore agli 8.000 euro l’anno.
Invece qualora il reddito presunto sia pari o inferiore a questa cifra, l’assegno di disoccupazione viene ridotto dell’80%, ma comunque rimane attivo.
Infine il diritto alla Naspi non tocca più anche a quelli che entro un mese dall’inizio di un’attività lavorativa autonoma e non dipendente non comunicano all’Inps il reddito presunto oppure ancora da chi maturi i requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata.
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